Scontro UE-Polonia sul mandato d’arresto di Netanyahu

13/01/2025 – La Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso un mandato di arresto contro il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu a novembre 2024 per presunti crimini di guerra a Gaza, legati all’offensiva militare di Israele nell’enclave iniziata nell’ottobre 2023. Questo mandato impone agli Stati membri della CPI, tra cui la Polonia, l’obbligo legale di arrestarlo se si trovasse sul loro territorio. Tuttavia, alcuni Paesi, come Francia e Ungheria, hanno dichiarato che non procederanno all’arresto.

In vista dell’80° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, il Presidente polacco Andrzej Duda nei giorni scorsi ha chiesto al governo di Donald Tusk di garantire che Netanyahu possa partecipare all’evento senza rischio di arresto. Duda ha giustificato la richiesta definendo le circostanze “assolutamente eccezionali”.

Il Primo Ministro polacco Donald Tusk ha confermato che chiunque rappresenti Israele agli eventi del 27 gennaio 2025, compreso Netanyahu, sarà al sicuro e non verrà detenuto. Tusk ha definito la decisione una forma di tributo alla memoria delle vittime dell’Olocausto.

Critica la Commissione Europea, che per mezzo di un portavoce ha ribadito il sostegno dell’UE alla Corte Penale Internazionale (CPI) e il rispetto per la sua indipendenza e imparzialità, invitando tutti gli Stati membri a collaborare con la Corte e dare attuazione ai mandati di arresto. 

Netanyahu non è stato invitato ufficialmente alla cerimonia e non ha espresso il desiderio di prendervi parte, ma a questo punto potrebbe confermare la presenza come gesto di sfida alla CPI, la cui autorità è sempre più contestata dai governi di diversi paesi.