Rivoluzionò lo stile. Lutto cittadino a Milano, funerali privati
In ogni mondo ci sono un prima e un dopo: per la moda, Giorgio Armani – un nome che da solo evoca uno stile inconfondibile – è lo spartiacque del ‘niente sarà più come prima’.
Perché in un tempo in cui chiunque dice senza vergogna tutto e il contrario di tutto, Giorgio Armani – mancato oggi a Milano a 91 anni, che aveva compiuto l’11 luglio – è stato simbolo assoluto di coerenza. Di pensiero, che si è fatto stile, in un’unità di intenti di una vita, iniziata l’11 luglio 1935 a Piacenza, e di una carriera, cominciata nel 1975, che ha portato ‘re Giorgio’ – come era affettuosamente chiamato – ad essere a capo di un gruppo, fieramente indipendente, simbolo del made in Italy.
N 50 anni di lavoro, consacrati da copertine su Time, dal successo a Hollywood, dalle One Night Only in giro per il mondo, dall’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferitagli dal presidente Mattarella, mai una contraddizione, uno sgarro a un’etica fatta di dedizione e passione.
Nella sua Piacenza, in occasione della laurea honoris causa conferitagli dalla Cattolica, Armani aveva ricordato anche uno dei momenti più duri della sua vita, la morte del socio e compagno Sergio Galeotti, mancato nel 1985, dieci anni dopo aver fondato con lui la Giorgio Armani.




