Nella prestigiosa sede espositiva di Palazzo Sarcinelli a Conegliano (TV) la suggestiva antologica del maestro Tobia Ravà, dal titolo significativo Tikkun Olam – Riparare il mondo, un’espressione della cultura ebraica che si collega a un’idea fondamentale: alla responsabilità, propria degli esseri umani, di migliorare il mondo, attraverso azioni di giustizia, di pace, di bellezza, di confronto, è stata al centro dell’attenzione di un pubblico di appassionati per circa tre mesi (17 aprile – 15 giugno 2025).
La dimensione artistica è per eccellenza terreno di crescita e di scambio e il tempo che stiamo vivendo ha oggi, più che mai, un grande bisogno di dialogo e di pace. Promossa dal Comune di Conegliano in collaborazione con l’Associazione La Chiave di Sophia e PaRDeS – Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea, la mostra si snoda in un percorso espositivo su 10 ampie sale del piano nobile del prestigioso palazzo coneglianese e comprende 110 opere assai diverse tra loro: grafiche, sculture in bronzo, in marmo, dipinti, resine e tempere acriliche su tela, sublimazioni su raso acrilico, catalizzazioni UV su alluminio, “oggetti estetici”, installazioni. La mostra ripercorre in altrettanti nuclei tematici, l’intenso e articolato lavoro di uno degli artisti più significativi della scena artistica contemporanea. Dai primi lavori grafici degli anni Settanta, passando attraverso sperimentazioni pittoriche degli anni Ottanta legate al Surrealismo, giungiamo agli anni Novanta e Duemila, in cui si determina quella cifra stilistica destinata a diventare unica e inconfondibile: l’utilizzo delle lettere e dei numeri dell’alfabeto ebraico usati come tessere di un personalissimo orizzonte iconografico che coinvolge lo spettatore nella decifrazione di significati connessi alla mistica ebraica. Infatti, dopo aver affrontato percorsi formativi riguardanti il rapporto tra arte e scienza, Tobia Ravà ha trovato nella ghematrià – un sistema numerico in cui le lettere dell’alfabeto ebraico corrispondono a numeri – l’ispirazione per la realizzazione dei propri manufatti creativi. Una scelta estetica e insieme espressiva che gli permette di servirsi di numeri per rapportarsi al reale, suggerendo nuovi impatti percettivi. Nei lavori recenti e recentissimi, l’impiego di tecniche moderne come la catalizzazione UV su alluminio o la sublimazione su raso acrilico, accentua l’impatto percettivo e il fascino di una produzione decisamente straordinaria. Tra le sale tematiche scelte per Palazzo Sarcinelli, spiccano le opere bidimensionali aventi per soggetto architetture, boschi, volti e l’immancabile Venezia, declinata in mille sfaccettature di acque, canali, ponti e portici. Il periodo di apertura della mostra è animato da un ricco calendario di visite guidate, alcune delle quali alla presenza dell’artista. Sono previste, inoltre visite guidate collegate al cimitero ebraico coneglianese (sorto a partire dal 1545) in una stimolante continuità tra antico e presente, sotto l’egida della parola, del numero e del segno.